lunedì 27 marzo 2017

PRONTI PARTENZE VIA !!


L'articolo di oggi ha lo scopo di descrivere da un punto di vista tecnico e tattico le partenze. La partenza è uno dei fondamentali poco considerati ed allenati perchè si ritiene che siano semplici e banali da insegnare e soprattutto in disuso perche a livelli alti si vedono sempre meno partenze in palleggio e sempre più partenze dal palleggio.
Le partenze sono uno dei primi fondamentali da insegnare ai ragazzi soprattutto perchè sono uno dei fondamentali che ti permettono di incominciare a lavorare su più aspetti contemporaneamente:
  • Equilibrio: i giocatori devono aver equilibrio sia sull'arresto che può essere sia ad un tempo che a due tempi. 
  • Utilizzo del piede perno: aumentare la coordinazione tra l'arresto e il piede perno di partenza in relazione al difensore. 
  • Rapidità : lavorare da un punto di vista fisico sulla rapidità del corpo per partire velocemente
  • Tecnica: Bisogna analizzare il gesto ed allenarlo pezzo per pezzo, partendo dall'utilizzo dei piedi che devono spingere il corpo in avanti poi alla posizione fondamentale fino al primo passo di partenza e dalla posizione della mano sulla palla. 
  • Tattica: con le partenze si può lavorare inizialmente sullo spazio tra attaccante e difensore cioè sulla scelta tra il tiro e la partenza oppure si può anche lavorare sulla scelta della partenza da utilizzare. 
Iniziamo ad individuare quali tipi di partenze esistono: 
  • Partenza omologa: la partenza omologa è caratterizzata dal primo palleggio e passo omologo quindi stessa mano e stesso piede ( mano destra/primo passo di destra e viceversa). Può essere effettuata sia con un arresto a chiudere sia con un arresto ad aprire solo che nel caso dell'arresto ad aprire ci deve essere un accorgimento cioè che il primo palleggio deve essere effettuato sul posto per liberare il piede perno per poi partire. I due tipi di arresti più utilizzati sono gli arresti ad un tempo e a due tempi int/est.
  • Partenza incrociata: la partenza incrociata è caratterizzata dall'utilizzo del primo palleggio e il primo passo opposto ( mano destra primo/passo sinistro e viceversa) e si può effettuare con gli arresti a chiudere ma anche con gli arresti ad aprire. Nella partenza incrociata il piede che incrocia prima spinge verso il basso per caricare e poi incrociare. Gli arresti più efficaci per la partenza incrociata sono l'arresto inter/est per incrociare sul lato opposto e esterno/int per andare verso il centro. 
  • Partenza reverse : la partenza reverse è simile alla partenza incrociata ma prima di partire si dovrà compiere un giro dorsale. L'arresto più utilizzato è quello a due tempi int/est con i piedi che non chiudono a canestro ma sono perpendicolari alla linea laterale. Un diverso tipo di partenza reverse è quella che si può effettuare in post compiendo non più un giro dorsale ma un giro frontale.
  • Partenza spagnola : la partenza spagnola è caratterizzata dal ricevere la palla con la mano più vicina al pallone e spostarla rapidamente con un cambio di mano frontale sull'altra mano.Gli arresti più efficace su questa partenza sono gli arresti ad aprire est/int.   
Incominciamo a descrivere le partenze da un punto di vesta tecnico scomponendole nei diversi fondamentali : 
  1. Arresti : la scelta dell'arresto decide il piede perno da utilizzare quindi è la base per una buona partenza. I tre aspetti da curare maggiormente sull'arresto per avere una buona partenza sono: essere piegati sull'arresto per essere poi esplosivi sia per tirare sia per palleggiare, cercare di mettere almeno il piede di spinta a canestro e ricevere il pallone abbassandosi ulteriormente andando sotto il livello del pallone passato per essere più incisivo sulla partenza. Gli arresti devono essere curati perchè un buon arresto permette un'efficace partenza, un particolare importante è mentre arriva il pallone girare i piedi a canestro ed essere già pronti con il piede di spinta per partire. 
  2. Posizione fondamentale: l'aspetto che voglio sottolineare sulla posizione fondamentale in funzione delle partenze è la posizione che assumono le mani in relazione alla partenza che vogliamo fare. In una partenza incrociata la palla deve passare da una posizione sul lato dove ricevo la palla al lato su cui voglio partire. Le mie mani devono cambiare,nel tragitto da una parte all'altra del corpo, la posizione ( se ricevo la palla a destra e voglio andare a sinistra avrò inizialmente la mano destra dietro il pallone e la mano sinistra di fianco poi dovrò cambiare rapidamente guardia portando la mano sinistra dietro il pallone e la mano destra di lato alla palla) e allo stesso modo devo avere la mano dietro al pallone per fare il palleggio il più lungo possibile. Lo stesso tipo di cambio guardia avviene quando faccio una partenza reverse invece nella partenza omologa e spagnola ci sono delle differenze. Nella partenza omologa non ho un cambio di guardia quindi le mani appena ricevono il pallone devono andare una dietro e una di lato per partire il più velocemente possibile (ricevo da destra la mia mano di destra si metterà dietro alla palla e la mia mano di sinistra si metterà di lato). Invece nella partenza spagnola ricevo la palla e non ho una presa solidare con il pallone con due mani ma utilizzerò solo una mano per spostare la palla. 
  3. Utilizzo del perno: il perno è la chiave di una buona partenza. Oltre a eliminare la possibilità di compiere infrazioni di passi è la base per prendere vantaggio con una partenza. Partiamo dall'inizio: individuato il perno che si può utilizzare la chiave per fare una partenza intensa e forte è spostare tutto il peso e baricentro sul piede che fa perno per poi spingere l'altro piede in avanti così che ho la massima spinta possibile. Un accorgimento che fa si che la partenza sia ancora più incisiva è la posizione del corpo che deve essere sbilanciata in avanti per permettere al primo passo di essere più incisivo e lungo. 
Adesso prendiamo in analisi la parte tattica e di scelta delle partenze: 
  • Le partenze incrociate servono tutte le volte che il difensore mi toglie la possibilità di attaccare il centro del campo. 
  • La partenza omologa viene utilizzata tutte le volte che il difensore mi toglie la possibilità di attaccare il fondo del campo 
  • La partenza reverse viene usata quando il difensore non mi concede il centro e ho una forte pressione anche fisica addosso
  • La partenza spagnola viene utilizzata in situazioni molto dinamiche e intense dove devo fare una partenza veloce verso il fondo del campo. Come partenza espone molto la palla al difensore quindi ci deve essere parecchio spazio può essere effettuata con passo incrociato ( butto giù la palla mano destra verso sinistra, perno sinistro e vado avanti con la gamba destra) oppure omologo ( butto giu la palla da destra a sinistra con perno destro e sposto piede sinistro). 
In questo primo articolo ho inserito una parte degli aspetti significativi tecnici e tattici per una buona partenza, nel prossimo ci sarà una parte dedicata solo agli esercizi sulle partenze in relazione alle varie età quindi continua a seguire il blog per rimanere aggiornato. 

"Allenare è investire tempo in ciò che serve" Guido Saibene 

mercoledì 15 marzo 2017

UNDER THEIR SKIN

I due libri del mese ( li potrete comprare andando nella colonna di lato e cliccando il simbolo del libro che più vi piace) riguardano la figura zen per eccellenza della NBA: Coach Phil Jackson. 
Figura pragmatica, controversa ed enigmatica nel mondo della NBA,sia per gli addetti al lavoro,sia per i propri giocatori. 
Phil Jackson riuscì a prendere e tirar fuori il meglio da tutte le sue superstar che ha allenato come Michael Jordan, Kobe Bryant, Steve Kerr e Smush Parker ma allo stesso tempo riuscì ad instaurare un buon rapporto con i "bad boy" come Ron Artest e Dennis Rodman. In ogni caso e con qualunque giocatore Phil Jackson riusciva oltre a farlo migliorare, sia da un punto di vista cestistico, sia a farlo migliorare come persona infatti erano celebri i libri sulla crescita personale che regalava durante le lunghe trasferte. Kobe Bryant in un'intervista disse di lui: "La sua forza sta nell'abilità di unire la gente, nel mettere il bene del gruppo sempre davanti a quello del singolo". 
Ecco un estratto del suo libro " Più di un gioco": " (Riferendosi all'Ottavo Nobile sentiero che Budda predicava) Il sesto, il settimo e l'ottavo principio (Giusto sforzo, giusta pienezza mentale e giusta concentrazione) sono abbastanza scontati, in particolare con riferimento al basket: il giusto sforzo ha a che fare con l'altruismo e con il lavoro al servizio della squadra. La giusta pienezza mentale significa giocare con precisione, fare i passaggi giusti, i tagli corretti e così via. La giusta concentrazione riguarda l'importanza di focalizzare, quella particolare qualità che dà a un giocatore la capacità di immergersi nel flusso della partita."
La grandezza di un allenatore come Phil Jackson va oltre l'aver vinto 11 titoli ed essere stato un grande giocatore, ma risiede nel fatto di aver compreso e aiutato a migliorare prima come uomini e poi come giocatori i suoi atleti come nessun altro prima di lui (come affermavo nell'articolo di settimana scorsa http://allenatorevincente.blogspot.it/2017/03/la-pallacanestro-e-solo-tecnica-tattica.html il ruolo dell'allenatore va oltre quello della pura conoscenza di tecnica e tattica). Il famoso Triangle Offense è solamente un sistema di gioco che permette la piena armonia del team e l'esaltazione della collaborazione di tutti i giocatori per un fine comune: la vittoria della squadra.

“Non abbandonare il cammino – non arrenderti. Rialzati sempre, non importa quanto dura sia la caduta e quanto spesso tu cada. Si tratta solo di quante volte sei disposto a rialzarti per tentare un’altra volta.” Phil Jackson

lunedì 6 marzo 2017

LA PALLACANESTRO È SOLO TECNICA, TATTICA E PREPARAZIONE FISICA ??

Cosa significa allenare?? Molti superficialmente pensano che per allenare basta aver giocato e conoscere aspetti di tecnica e tattica. Nell' articolo di oggi si prenderà in considerazione alcune citazioni di grandi allenatori di qualsiasi sport per comprendere meglio cosa significa lavorare con persone e non oggetti.
“ Allenare significa confrontarsi con una serie infinita di sfide: la maggior parte di esse ha che vedere con la fragilità dell’essere umano” Alex Ferguson
La fragilità è un equilibrio emozionale che si può rompere improvvisamente. Si possono rompere non solo quelle che sono le nostre emozioni e le nostre ragioni di vita, le speranze e le nostre inquietudini, le nostre tristezze e i nostri slanci del cuore, ma anche le nostre parole che non sanno consolare e ridare speranza al dolore. Molto spesso all’ interno del rettangolo di gioco assistiamo alla fragilità dei nostri giocatori: un infortunio, una sconfitta pesante, le continue cazziate da parte dell’allenatore portano i nostri giocatore piano piano a perdere le loro certezze aumentano la loro fragilità. L’allenatore deve essere capace di eliminare il più possibile questa fragilità nei propri giocatori, accollandosi le colpe (quando serve), continuando a motivarli positivamente e soprattutto dandogli sicurezza. Più i nostri giocatori ci vedono come una guida più saranno forti. Da questa analisi evince che l’allenatore non deve essere fragile ma non è così. Come tutti gli esseri umani anche gli allenatori sono fragili ma allora come si ad essere dei punti di forza per i propri giocatori se si è fragili?? Per essere forti l’allenatore deve essere consapevole di sé senza dare colpe a terzi ma continuando ad analizzarsi costantemente. La consapevolezza di sé arriva da sapere quali sono i propri limiti, quali sono i propri punti di forza, sapersi autocriticare costruttivamente ed ammettere dove si ha delle carenze per poi migliorarsi.
“Una volta battuti i propri limiti, si può cominciare ad avere una mentalità vincente, e a battere le squadre e le difficoltà. Cosa succede se non ci si riesce? Non riuscire a vincere la difficoltà porta alla “cultura degli alibi”, cioè il tentativo di attribuire un nostro fallimento a qualcosa che non dipende da noi.” Julio Velasco
Che cos'è un alibi ??
Un alibi è l'incapacità di fare una cosa dando come motivazione non il fatto che io non ci riesca ma colpevolizzando un qualcosa che non posso modificare. La sconfitta non è data dal fatto che io sono stato incapace di vincere perchè non sono stato il più bravo ma perchè ce qualcosa di più grande di me che non me l ha fatta vincere. La cultura degli alibi elimina il lavoro, il sudore e il sacrificio perchè chi vince non viene mai considerato più forte perchè si è sbattuto in palestra ma perchè sono più alti, più veloci, perchè hanno l'arbitro a favore, perchè il pallone era sgonfio ecc. Gli alibi danno un senso di forza e sicurezza immediata ma sgretolano il lavoro che si fa in palestra tutti i giorni.
“No si può decidere come e quando perdere, però si può decidere come reagire per vincere la prossima volta.” Pat Riley
Gli allenamenti più difficili da fare sono quelli dopo una sconfitta pesante. Non tutte le partite durante l'arco della stagione sono uguali ci sono certe che pesano da un punto di vista emozionale. Ci sono partite che lasciano un segno, non tanto sulla palle ma nel cuore e nulla lascia un solco più profondo delle sconfitte. In questi allenamenti l'allenatore deve essere per prima cosa un motivatore e non un "distruttore" cioè deve analizzare criticamente la partita ma deve ricordare ai propri giocatori quali sono gli obiettivi che si stanno perseguendo nella stagione e nel caso in cui non ci siano,  deve essere in grado di crearne dei nuovi per dare ai propri giocatori una meta che li faccia metabolizzare la sconfitta e li faccia concentrare sui propri obiettivi. 

In questo articolo sono stati presi in considerazione dei semplici argomenti di gestione del gruppo ma il vero messaggio che si vuole mandare è quello che prima di tutto si allenano persone e che il lato umano bisogna allenarlo come ogni altra parte del gioco. Nessuno nasce con una mentalità da vincente ma bisogna crearla giorno dopo giorno.
“Pallone entra quando Dio vuole.”Boskov