lunedì 6 marzo 2017

LA PALLACANESTRO È SOLO TECNICA, TATTICA E PREPARAZIONE FISICA ??

Cosa significa allenare?? Molti superficialmente pensano che per allenare basta aver giocato e conoscere aspetti di tecnica e tattica. Nell' articolo di oggi si prenderà in considerazione alcune citazioni di grandi allenatori di qualsiasi sport per comprendere meglio cosa significa lavorare con persone e non oggetti.
“ Allenare significa confrontarsi con una serie infinita di sfide: la maggior parte di esse ha che vedere con la fragilità dell’essere umano” Alex Ferguson
La fragilità è un equilibrio emozionale che si può rompere improvvisamente. Si possono rompere non solo quelle che sono le nostre emozioni e le nostre ragioni di vita, le speranze e le nostre inquietudini, le nostre tristezze e i nostri slanci del cuore, ma anche le nostre parole che non sanno consolare e ridare speranza al dolore. Molto spesso all’ interno del rettangolo di gioco assistiamo alla fragilità dei nostri giocatori: un infortunio, una sconfitta pesante, le continue cazziate da parte dell’allenatore portano i nostri giocatore piano piano a perdere le loro certezze aumentano la loro fragilità. L’allenatore deve essere capace di eliminare il più possibile questa fragilità nei propri giocatori, accollandosi le colpe (quando serve), continuando a motivarli positivamente e soprattutto dandogli sicurezza. Più i nostri giocatori ci vedono come una guida più saranno forti. Da questa analisi evince che l’allenatore non deve essere fragile ma non è così. Come tutti gli esseri umani anche gli allenatori sono fragili ma allora come si ad essere dei punti di forza per i propri giocatori se si è fragili?? Per essere forti l’allenatore deve essere consapevole di sé senza dare colpe a terzi ma continuando ad analizzarsi costantemente. La consapevolezza di sé arriva da sapere quali sono i propri limiti, quali sono i propri punti di forza, sapersi autocriticare costruttivamente ed ammettere dove si ha delle carenze per poi migliorarsi.
“Una volta battuti i propri limiti, si può cominciare ad avere una mentalità vincente, e a battere le squadre e le difficoltà. Cosa succede se non ci si riesce? Non riuscire a vincere la difficoltà porta alla “cultura degli alibi”, cioè il tentativo di attribuire un nostro fallimento a qualcosa che non dipende da noi.” Julio Velasco
Che cos'è un alibi ??
Un alibi è l'incapacità di fare una cosa dando come motivazione non il fatto che io non ci riesca ma colpevolizzando un qualcosa che non posso modificare. La sconfitta non è data dal fatto che io sono stato incapace di vincere perchè non sono stato il più bravo ma perchè ce qualcosa di più grande di me che non me l ha fatta vincere. La cultura degli alibi elimina il lavoro, il sudore e il sacrificio perchè chi vince non viene mai considerato più forte perchè si è sbattuto in palestra ma perchè sono più alti, più veloci, perchè hanno l'arbitro a favore, perchè il pallone era sgonfio ecc. Gli alibi danno un senso di forza e sicurezza immediata ma sgretolano il lavoro che si fa in palestra tutti i giorni.
“No si può decidere come e quando perdere, però si può decidere come reagire per vincere la prossima volta.” Pat Riley
Gli allenamenti più difficili da fare sono quelli dopo una sconfitta pesante. Non tutte le partite durante l'arco della stagione sono uguali ci sono certe che pesano da un punto di vista emozionale. Ci sono partite che lasciano un segno, non tanto sulla palle ma nel cuore e nulla lascia un solco più profondo delle sconfitte. In questi allenamenti l'allenatore deve essere per prima cosa un motivatore e non un "distruttore" cioè deve analizzare criticamente la partita ma deve ricordare ai propri giocatori quali sono gli obiettivi che si stanno perseguendo nella stagione e nel caso in cui non ci siano,  deve essere in grado di crearne dei nuovi per dare ai propri giocatori una meta che li faccia metabolizzare la sconfitta e li faccia concentrare sui propri obiettivi. 

In questo articolo sono stati presi in considerazione dei semplici argomenti di gestione del gruppo ma il vero messaggio che si vuole mandare è quello che prima di tutto si allenano persone e che il lato umano bisogna allenarlo come ogni altra parte del gioco. Nessuno nasce con una mentalità da vincente ma bisogna crearla giorno dopo giorno.
“Pallone entra quando Dio vuole.”Boskov

1 commento:

  1. L’allenatore deve essere capace di eliminare il più possibile questa fragilità nei propri giocatori, accollandosi le colpe (quando serve),

    Caro Ale, sono d'accordo su tutto (anche se personalmente avrei dato molto peso all'argomento della motivazione), tranne che sulla frase che ti ho appena riportato.
    Non trovo corretto che un allenatore debba accollarsi colpe non sue per eliminare le fragilità dei suoi giocatori: così facendo, oltre a creare di fatto una cultura dell'alibi, si finirebbe col raccontare loro delle bugie costruendo con loro un rapporto basato su una menzogna. Al contrario trovo che l'allenatore debba essere capace di supportare le fragilità dei suoi giocatori non offrendo loro la soluzione (quindi facendosi carico delle loro fragilità), ma cercando di costruire con loro gli strumenti utili affinché tiescano da soli a trovare il modo di superarle.
    Non dobbiamo mai metterci al loro posto, ma accompagnarli nel percorso.
    A presto
    Linda Moranzoni

    Ps. Ti leggo sempre con piacere!

    RispondiElimina